ha gli occhi da straniero ma i capelli come i suoi
vicino a un porto franco la sua immagine colpisce come un lampo
Il figlio di mia madre se n’è andato verso sera
una donna al davanzale ancora aspetta che torni
e ogni volta che parte il Bolero è una vecchia ferita che freme
Stanotte son venuto
ad imparar come si muore
a selezionare gli ingrati per la caccia all’erede
stanotte son venuto
ad imparar come si parte
Il figlio di mia madre ha una coperta fatta a mano
è caduto dalle nuvole come il re degli aquiloni
un giorno è ripartito per saldare tutti quanti i vecchi conti
C’è ancora un biglietto che parla di un viaggio in cabina
Fernanda che ancora l’aspetta e non conta più i giorni
e ogni volta che parte il Bolero mi prende una pena
Stanotte son venuto
ad imparar come si danza
nettare di Panama in bagliori di salsa
stanotte son venuto
ad imparar come si parte
Il figlio di mia madre è uno come me
è solo nato solo senza incubi spezzati di lamé
stanotte ci guardiamo in faccia e non mi pesa il suo fair-play
Stanotte son venuto
ad imparar come s’invecchia
col volto gettato al domani in un piatto di vento
stanotte son venuto
ad imparar come si danza
Stanotte son venuto
a recitar la danza
simbiotica, vera, suprema, un’onda nel mare
stanotte son venuto
a cantare il Bolero che salpa
per un’altra danza
(P) (C) 2009 Davide Ravera